Da vedere tra la Pieve di Cavriana e Goito

Approfondimento: 
Santa Maria della Pieve di CAVRIANA
La chiesa di Santa Maria della Pieve prospetta dall’alto di una collina a breve distanza da Cavriana. È un edificio sacro dell’XI secolo, tipicamente romanico, con facciata a capanna e impianto basilicale tri-absidato. La superficie muraria esterna, realizzata in ciottoli e pietre a vista, è percorsa da lesene ornamentali e da file di archetti ciechi. Al XIV secolo risalgono invece il portale, sormontato da protiro in pietra bianca e rosa di Verona, e il soprastante rosone. L’aspetto ascetico e la sobrietà dei materiali si ripropongono nell’interno, in una aula rettangolare severamente spoglia di ogni ornamento, non fosse che per il vivo colorito degli affreschi alle pareti. Si tratta di lacerti di immagini devozionali due e trecentesche, figure di Santi e una Annunciazione, un tempo estese all’intera chiesa, ma oggi limitate alla Controfacciata e all’area del presbiterio. L’abside centrale, preceduta da un’arcata con doppio colonnato, custodisce infine una scultura trecentesca della Madonna della Misericordia.
VOLTA MANTOVANA
I resti del castello fondato nel X secolo – tra cui una torretta, tratti di cinta muraria e un ingresso fortificato – costituiscono il fulcro dell’abitato antico di Volta Mantovana. Nel corso del XV secolo, Ludovico Gonzaga fece erigere all’interno delle mura un palazzo di campagna che, tutt’ora recintato dai bastioni, è stato adibito a sede municipale. All’inizio del secolo successivo la residenza dei Gonzaga fu ceduta a Ludovico Guerrieri, il vicario che amministrava il territorio di Volta Mantovana per conto della dinastia mantovana; i discendenti del vicario restarono proprietari del palazzo per oltre tre secoli e, in questo lunghissimo arco di tempo, alterarono a più riprese l’originario assetto dell’edificio. Il favoloso parco, modello esemplare di giardino all’italiana, fu elaborato a partire dal XVI secolo, attraverso la scenografica sistemazione “a terrazze” del fossato che in origine circondava il castello; sul piazzale antistante si affacciano invece le antiche scuderie. Poco distante si erge la Parrocchiale di Santa Maria Maddalena, costruita nel XVIII secolo sui resti della pieve medievale e terminata solo nel 1960 con il completamento della facciata; al suo interno un altare di marmo intarsiato, di gusto settecentesco, si accompagna a pregevoli pitture e affreschi quattro e cinquecenteschi; in una delle cappelle laterali si venera inoltre il corpo della Beata Paola Montaldi, pia donna nativa del luogo, vissuta nel XV secolo.
Il convento dei Santi Rocco e Francesco
Dell'antico cenobio che un tempo occupava il "monte da sera" non restano oggi che poche tracce inglobate all'interno della moderna struttura ospedaliera di Volta Mantovana. Isolata si erge la chiesa, oggi trasformata in monumento ai caduti, mentre alle sue spalle sono i resti di un chiostro con numerose lunette affrescate dedicate alla storia dell'istituzione.
La Madonnina di Mezzacampagna
Isolata nella campagna fra i borghi di Cereta e Cerlongo, questa piccola chiesetta, risalente al XIII secolo, conserva alcuni piccoli capolavori pittorici tra cui una vasta Ultima cena e una Crocefissione trecenteschi oltre a numerosi affreschi votivi quattro - cinquecenteschi. L'annessa casetta ha ospitato eremiti e una piccola comunità francescana qui insediatasi nel corso del quindicesimo secolo.
GOITO
Fondato dai romani sulle rive del fiume Mincio, l’abitato di Goito ha restituito numerosissime tombe di epoca longobarda; dell’età medievale resta solo un torrione, forse un tempo inglobato in un più ampio sistema fortificato, mentre non vi è alcuna traccia della dimora gonzaghesca alla cui costruzione e decorazione pare partecipò il Mantegna. Meglio documentate sono le architetture delle età più recenti, tra le quali spicca nel centro del paese la Basilica della Madonna della Salute in San Pietro Apostolo, progettata nel 1729 dal ticinese Giovanni Maria Borsetto. L’apparato ornamentale della chiesa è solenne, di gusto barocco, e comprende dipinti di Giuseppe Bazzani, Domenico Fetti, Francesco Borgani, Giovanni Ghiraldini, Domenico Celesti e sculture di Giuseppe Menozzi. All’ingresso dell’abitato campeggia invece la neoclassica Villa Moschini, residenza patrizia disegnata a fine ‘700 da Giambattista Marconi e immersa in un vasto parco. Testimonianza delle attività produttive che segnarono la vita economica del paese è la cartiera del Maglio, documentata sin dal principio del ‘600 e tutt’ora in funzione. Sempre lungo il corso del fiume si trova il monumento simbolo della storia di Goito: è il Ponte della Gloria, all’altezza del quale l’8 aprile del 1848, nel contesto della Prima Guerra d’Indipendenza, l’esercito piemontese fermò l’avanzata delle truppe austriache.